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domenica 27 maggio 2012

l'Islam in Occidente anticipando il Rinascimento: Andalusia


Frammento ceramico dalla preziosa città di Bukhara, in Uzbekistan http://it.wikipedia.org/wiki/Bukhara

La rapida espansione islamica porta gli arabi a controllare un territorio vastissimo nel quale già operavano culture ben codificate, come quella bizantina e quella sasanide (dinastia persiana che regnò dal 226 al 651 d.C., cioè fino alla conquista della Persia da parte degli arabi). Nasce così un’arte che non può prescindere da queste esperienze, ma che dallo scambio non tarderà ad elaborare un linguaggio originale.
Occorre però partire dal presupposto che l’artista islamico è un uomo di fede, il cui rapporto con il divino lo induce a non peccare di superbia: rifugge pertanto da una rappresentazione finita e perfetta della natura (solo Dio può creare) e ne propone una interpretazione frammentaria, decorativa, che evita le figure antropomorfe e zoomorfe, per rifugiarsi nell’ornamentazione calligrafica e geometrica e in quella floreale astratta (arabeschi), dando vita alle più fantasiose variazioni sul tema.
Un altro campo di ricerca è costituito dalla calligrafia vera e propria, in quanto la scrittura (quella del Corano) ha una importanza tanto grande, che l’elaborazione dello stile scrittorio avrà un enorme sviluppo, dall’iscrizione corsiva a quella dei primi raffinatissimi corani, tanto da poter dire che la vera iconografia dei mussulmani è la calligrafia.
Le città che videro le prime prove artistiche islamiche sono Damasco e Gerusalemme, dove sopravvivono monumenti come La cupola della Roccia e la moschea di al-Aqsa Gerusalemme) e la grande moschea degli Omayyadi (Damasco).
Con l’avvento della dinastia abbaside il centro dell’impero si sposta in Mesopotamia. Nulla resta della prima fondazione di Baghdad, ma una serie di monumenti dimostra lo splendore ormai raggiunto dall’arte musulmana.
La grande moschea di Samarra (847) presenta la tipologia comune ormai codificata delle costruzioni religiose dell’epoca: grande corte centrale scoperta e circondata da un portico sul quale si affaccia la sala di preghiera, copertura ipostila e suddivisa in navate parallele al muro in direzione della Mecca (qibli). Ad essa è annesso un minareto, che riprende la tipologia delle ziqqurat, a base circolare, con scalinata esterna a spirale.
Grande importanza riveste anche la miniatura , i cui centri principali sono Baghdad, Mossul, Bassora, Kufa produssero opere di eccezionale raffinatezza, sia di carattere religioso che profano.

Per Islam Occidentale possiamo definire in generale il regno di Al Andalus, che durò per quasi tre secoli e mezzo nella maggior parte dei territori della penisola iberica, e ben nove nella parte meridionale dell'Andalusia, con capitale Granada (utlimo sultanato nasride). I musulmani cominciarono a effettuare incursioni e razzie sul territorio spagnolo visigoto tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII secolo d.C., partendo dalle loro basi nel Nordafrica, da poco occupata e convertita all'Islam.

Nel 698, il califfo omayyadeʿAbd al-Malik ibn Marwān, nominò governatore del Nordafrica, detto Ifriqiya dagli Arabi, il generale yemenitaMusa ibn Nusayr, che portò a termine la conquista dei territori berberi e migliorò la flotta per la futura conquista delle isole Baleari a danno dei Bizantini.
L'Alhambra del sultanato di Granada è un particolare esempio di architettura orientale aristocratica, temporalmente e geograficamente vicina al Rinascimento italiano; pur non essendo il piú antico palazzo reale islamico di occidente (viene considerato oggi quello di Pedro I di Siviglia, seppur con grandi influenze gotiche toledane, essendo stato voluto da un re cristiano), include tutti quegli elementi che accomunano l'Europa al Magreb, o al Cairo Fatimi e al Islam Abasside di Bagdad (nei Patii con vasche rettangolari e patii a crocera).
Alhambra, patio de los Leones, XIV sec.
Alhambra, torre de Comares, XIVsec.
L'architettura dell' Alhambra racchiude in "classicismo" orientale, e il concetto di architettura dell'otium e legata al paesaggio, conosciuta in occidente attraverso le reggie degli imperatori romani. In questo senso possiamo parlare di rinascimento andaluso, con un senso di "nobiltà", lusso e ricreazione del paradiso in terra  attraverso i suoi sontuosi giardini con giochi d'acqua, oggi in gran parte perduti. Chissà non sia un caso che nelle ville dei nobili romani come ad esempio villa d'Este a Tivoli "l'architettura dell'acqua" giochi un ruolo fondamentale.Il concetto sufi, diffusosi in Italia con il neoplatonismo, di casa o dimora imperiale come paradiso in terra, spazio dove vive il monarca, uomo di nobiltà e purezza, signore colto ed illuminato, venne assorbito dall'Occidente attraverso l'Islam.
Dante scrisse a Firenze sulla Monarchia, esattamente como Ibn Khuldun fece in Andalusia quando conobbe il sultano di Granada Mohammed V. Gli storici e filosofi della cultura andalusa non erano sconosciuti in toscana, ad esempio il sufi ibn al Arabi, della città di Murcia,  ispirò con tutta probabilità il dolce stil novo dantesco e di Petrarca e la stessa Divina Commedia nel Paradiso.
http://www.tradizioneiniziatica.org/ibn_al-'arabi_vita_e_opere.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Ibn_Arabi

sabato 26 maggio 2012

Chiese e moschee, confronti


Se si osserva la Cupola e l'interno della Sacrestia di Santa Maria delle Grazie a Milano, voluta nel 1463 dal colto mecenate e duca di Milano Francesco Sforza, terminata nel 1482,attribuita dalla storiografia a Donato Bramante, ma probabilmente eretta da Giovanni Antonio Amadeo, il cui nome èpresente in un contratto d'opera, si puó notare una forte analogia tra il romanico lombardo e le costruzioni a pianta centrale fatte erigere in epoca tardoantica da imperatori quali Teodorico(mausoleo di Ravenna) o Carlo Magno (cappella palatina di Aquisgrana); ma qui gli storici dell'architettura a nostro parere dimenticano di citare il classicismo gotico asturiano e le chiese a pianta centrale del nord della Spagna, visigote. Sappiamo che i visigoti venivano dalla Dacia, ed erano quindi di origini germaniche orientali. Sono evidenti rapporti diretti con il mondo tardo antico bizantino, nei tondi dei pennacchi delle volte e nefli stessi decori degli archi. Sopratutto dovremmo guardare all'Esarcato di Ravenna, dove si conserva il battistero degli Ariani in Santa Maria in Cosmedin, con un grande cerchio centrale in un ricco mosaico (sotto); quei simboli che erano stai introdotti dunque dal movimento culturale e religioso dell' Arianesimo nelle chiese dell'area ravennate e anche del Sacro Romano Impero carolingio, della cui influenza risentiva anche il regno delle Asturie.
 Sopra destra vediamo l'interno della Moschea Blu di Istambul, che mantiene caratteristiche bizantine antiche, affini al mondo ravennate, seppur portate alla scala magniloquente del XVII secolo, anno della sua costruzione; abbiamo visitato l'edificio nel 2010 (foto di Valentina Pica).




Analisi simili si possono fare per l'interno della Sagrestia Vecchia della Basilica di San Lorenzo a Firenze (sopra), opera di Filippo Brunelleschi, d'epoca anteriore a quella della chiesa milanese (terminata del 1428).
Lo schema di questa architettura magistrale del primo rinascimento venne ripresa da Michelangelo nella sua Sagrestia Nuova, inserita nella stessa basilica (1520-36), anche se lo scultore aretino seppe suddividere gli spazi mediante i ritmi degli ordini architettonici in modo plastico e innovativo.

Torniamo a legare un grande architetto del nostro primo Rinascimento quale fu Brunelleschi con il vicino mondo mediorientale. Se osserviamo la moschea di Omar, o cupola della Roccia, di Gerusalemme, ci rendiamo conto di quanto l'Islam rivaleggiasse giá dal tardoantico con il Pantheon di Roma,utilizzando maestranze bizantine dei territori palestinesi conquistati. Fu costruita fra il 687 e il 691, nell'era degli Omayyadi, dal 9º Califfo, ʿAbd al-Malik ibn MarwānFirenze rispose nel suo momento di splendore con un altro simbolo, contrapposto ad un mondo alieno alla cristianitá e che per di piú aveva usurpato le terre del sepolcro di Cristo, la cupola di Brunelleschi di Santa Maria del Fiore.




Le grandi potenze signorili dell'Italia del '400 assistevano all'avanzata dei Turchi ottomani in oriente, presenti nel Mediterraneo sin dal XIV secolo e che si spinsero ripetutamente alle porte dell'Italia, arrivando a occupare Otranto nel 1480. Nel libro di Stefano Borsi Leon Battista Alberti: tra Venezia e Ferrara si stabilisce una realzione diretta tra l'arte che influenzó il successivo Rinascimento dell'architetto Genovese e il mondo ereditato dall'esarcato e la Serenissima, con i suoi contatti continui con Costantinopoli. Sulla rivalitá in corso nel '400 tra Oriente e Occidente è importante il commento di Stefano Borsi nella pagina 27 del libro: <<Non sono infrequenti, nei giudizi dei prelati orientali giá in allarme per la pressione turca, gli apprezzamenti per una superioritá tecnologica degli occidentali, motivo di grande speranza per poter resistere con successo all'avanzata ottomana. Il noto elogio epistolare di Bessarione alla cupola di Brunelleschi é in questo assolutamente esemplare: si punta sulla qualitá, preso atto che la sfida non puó reggere sul piano quantitativo>>.L'architetto e scenografo fiorentino si serví dell studio dell'apparecchio di laterizi "a spinapesce" per i ventagli racchiusi tra le nervature della volta, affinchè fossero piú sottili, quindi leggeri, ma resistenti. Questo sistema costruttivo fu studiato da Choisy durante i suoi viaggi a Bisanzio, e si riscontra nell'oriente tardoantico, anche in Siria. Cionostante, il sistema nervato di Brunelleschi deriva da una tradizione gotica, per certi aspetti aliena al mondo delle maestranze bizantine, e affine a quel mondo germanico-lombardo del nord europa comune a franchi e visigoti.
Cupola di Brunelleschi, Duomo di Santa Maria del Fiore, Firenze, 1420-36.
Ci potremmo soffermare a pensare che questo tipo di architettura fornisce oggi un chiaro ed emblematico esempio di dialogo moderno tra innovazione tecnologica e tradizione, tra Oriente e Occidente, pur essendo stata concepita in un contesto politico di frizione e rivalitá tra l'Italia e l'oriente ottomano.

Cultura materiale: la tecnica del "pisè" in Francia, del apisonado o tapial in Spagna, del cocciopesto di materiali ceramici in muri e volte in Italia, il meridione d'Italia come Al Andalus e Toulouse


La formazione personale nella scuola di Roma con professori alunni di Saverio Muratori ci ha permesso di iniziare le ricerche sul vernacolare campano e gli studi di Roberto Pane sull'architettura "minore" del meridione d' Italia.
Si veda anche l'interessante articolo http://www.tecnologos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=375:la-casa-a-botte-in-costa-di-amalfi&catid=68:15&Itemid=95

L'altana quadrata del palazzo con torre d'origine orientale


Introduciamo una breve definizione della torre o altana dei palazzi tardo medievali e rinascimentali presenti in molti Paesi del Mediterraneo
http://it.wikipedia.org/wiki/Altana
È curiosa la somiglianza di tale terminologia con quella arabo-spagnola di atalaya, torre difensiva di pianta quadrata che spesso arrivava a dare il nome alle cittá fortificate conquistate dagli arabi nella penisola iberica nel VII secolo.
Elenco delle cittá con questa denominazione:
http://es.wikipedia.org/wiki/Atalaya
Poniamo a confronto esempi evidenti presenti della città di Roma, a Firenze, Napoli, Genova, Granada, Valencia, e in Oriente Medio; La Capitale d'Italia, grazie alla presenza del Papa e della Fabbrica di San Pietro, fu la più cosmopolita dalla fine del Medioevo per la presenza di comunità di commercianti e banchieri portoghesi, spagnoli, genovesi, catalani e ebrei e greco-ortodossi convertiti (fuggiti da Costantinipoli, caduta nel 1453 per mano dei turchi ottomani). A questi membri illustri i papi concedevano titoli ecclesiastici, indulgenze, dispense tributarie in cambio di finanziamenti dei lavori di ampliamento dei Palazzi Vaticani e della Basilica di San Pietro.
Chissà fu per questo che le tipologie palazziali della città eterna sembrano essere omologhe nel '400 a quelle esistenti in oriente, e promosse quello stesso mondo Ommayade che, assorbiti i codici ellenistici e bizantini, dalla Siria si era mosso alla conquista della penisola iberica.
Esempio emblematico è il Palazzo dell'Ambasciatore veneziano presso la Santa Sede, il cardinale Pietro Barbo, divenuto papa con il nome di Paolo II (foto di Valentina Pica, Maggio 2012).

Il ruolo dei Visigoti in Spagna nel mondo islamico moresco: l'oriente Ommayade tra Damasco e Cordoba si fonde con la tradizione gotica toledana

Le principali fonti di questo articolo si basando sull'attività di ricerca che abbiamo svolto insieme all'Archeologo dell'Architettura Luis Caballero Zoreda, Ricercatore del CSIC, Centro de Ciencias Humanas y Sociales, di Madrid.

Le monarchie spagnole e i regni Taifa dell'Andalusia, l'oriente "occidentale"


Sono molti gli articoli scientifici in Spagna che stanno facendo luce sui moderni aspetti del feudalesimo e vassallaggio dei regni Taifa Spagnoli nati dalla disgregazione del califfato Ommayade di Cordoba (1031 d.C).
Secondo tali ricerche si verrebbe a rifiutare la linea storiografica prima comunemente accettata dalla comunità scientifica secondo la quale non ci sarebbe stato nel regno di Al Andalus il fenomeno del feudalesimo. Ad ogni modo è certo che il dominio Ommayade fu caratterizzato da una forte città-stato, Cordoba, dipendente prima da Damasco e in seguito da Bagdad, con un sistema fiscale tributario legato alla produzione agricola del mondo rurale ed un potere centrale che controllava un territorio esteso, nonostante fossero nate molte città, già presenti durante il regno Visigodo di Toledo. Durante il periodo Taifa i rapporti decentralizzati di potere favorirono il sorgere di varie famiglie con titoli di baronie e marchesati, che perdurarono fino al costituirsi dei regni di Portogallo (secolo XII) e di Castilla, Aragona, Navarra  alla fine del Medioevo (secoli XIV-XV).
Vedi la mappa: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Taifas.gif
Vista della antigua Taifa de Albarracín, Teruel

Vedi la mappa: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Castilla_1210.png?uselang=es
Il regno delle Asturie costituisce un'eccezione in quanto si formò dalla resistenza della dominazione visigota all'avanzata di Tariq,primo wali di Al Andalus. Quindi esso non venne conquistato dagli arabi nel VII secolo, favorito dalla conformazione geografica del territorio che con la Cordigliera Cantabrica ne ha determinato un certo isolamento permettendo la sua espansione e la formazione del regno di León (si parla di frontiera "estesa e mobile" tra i nuovi domini arabi e gli antichi regni cristiani di origine romano-visigota).
Diversamente per i territori arabi il formarsi dei regni Taifa, veri e propri stati autonomi con città-stato importanti, determinò la nascita di un tipo moderno di monarchia, sempre in bilico tra poteri di forti famiglie e l' autorità regia,e d' altro canto facilitò la Conquista da parte dei regni cristiani che sopravvissero e si espansero lungo la frontiera dopo la rivoluzione agricola dell'anno mille e il loro potenziamento economico e militare. l'Italia era, giá dalla fine della recessione attorno all'anno mille, caratterizzata da una situazione simile
Vedi mappa:http://it.wikipedia.org/wiki/File:Italia_1000_v2.svg
Chissà che non si possa definire il periodo della Taifa come l'inizio di un fenomeno studiato da vari esperti, come Rafael Lopez Guzmàn e Juan Cañavate Toribio, docenti di storia dell'arte all'universitá di Granada e di Siviglia, chiamato occidentalizzazione dell'Islam, la cui piú elevata manifestazione artistica si conserva nei monumenti moreschi chiamati del mudéjar della Meseta Nord, sopratutto nella Taifa di Toledo.

Il mediterraneo per Ibn al Juldùn e la caduta dei grandi imperi d'oriente nel XIV secolo


Ibn Khaldun, nato il 27 maggio del 1332 e venuto a mancare il 19 marzo del 1406 , ( nome in arabo : ولي الدين أبو زيد عبد الرحمن بن محمد بن محمد بن الحسن بن جابر بن محمد بن إبراهيم بن عبد الرحمن بن خالد (خلدون) الحضرمي, o Abu Zayd 'Abdu r-Ra H man bin Mu h Muhammad bin Al-Hadrami Khaldun Al-Isbili , conosciuto in Spagna come Ibn Jaldún, era un famoso storico , sociologo , filosofo , economista , geografo , demografo e statistico dei musulmani del Nord Africa . Nato in quella che oggi è la Tunisia , ma vivette in Andalusa . La sua famiglia possedeva la Hacienda Dona Maria Torre oggi in Dos Hermanas ( Sevilla ). E 'considerato uno dei fondatori della moderna storiografia , della sociologia , filosofia della storia , economia , demografia e scienze sociali in generale. Si è principalmente conosciuto per il suo Muqaddimah o Prolegomeni alla sua grande Storia degli arabi , che è un saggio giovanile sulla filosofia della storia e della sociologia, la disciplina,dell'ultima delle quali è spesso considerato predecessore l'ultima .
Il grande storico inglese Arnold J. Toynbee ha detto, "Ibn Khaldun ha concepito e formulato una filosofia della storia che è senza dubbio la più grande opera mai creata da una persona in qualsiasi momento e in qualsiasi paese." ( nota bibliografica: Arnold Toynbee, A Study of History). Questo grande protagonista della storia del Mediterraneo è stato rivalutato dalla storiografia contemporanea in occasione dell'Esposizione nei palazzi reali di Siviglia curata dalla Fundación del Legado Andalusí nel 2006, che ha visto la presenza del re e la Regina si Spagna. Fu ambasciatore inviato dal sultano Nasride di Granada Mohammed V presso la corte castigliana di Pedro I con sede a Siviglia, nel famoso palazzo reale mudéjar. I suoi scritti sulla geografia politica aprirono le porte del pensiero occidentale alla necessitá della ricerca delle "nuove rotte verso le Indie" per sfuggire al tiranno turco che avanzava dall'Anatolia alle porte di Costantinopoli, la Roma d'Oriente.
Ibn Khaldun ha conosciuto anche la corte del grande Tamerlano,lodando l'impero turco erede del mondo persiano e degli antichi imperi dell'Iran e Iraq che avevano colonizzato durante la dinastia degli  Ommayadi e Abassidi, la stessa Andalusia. Durante i suoi mandati politci come ambasciatore tra le varie corti del mondo islamico, scrisse sulla Monarchia, tema anche trattato da Dante, che non escludiamo, conobbe la sua attivitá e la sua fama.




Riportiamo un breve articolo sulla mostra, fonte/link: http://elpais.com/diario/2006/05/19/andalucia/1147990923_850215.html
<< La muestra repasa las relaciones entre Oriente y Occidente y entre Europa y el mundo árabe-magrebí en un periodo clave. La exposición hace especial hincapié en el papel histórico de Sevilla y la península Ibérica en el siglo XIV. Virgilio Martínez Enamorado, uno de los comisarios de la muestra, explicó ayer que "el siglo XIV es un periodo de confrontación, seguramente el primer siglo globalizado de la historia de Occidente y Oriente". "El personaje de Ibn Jaldún ha sido el pretexto para explicar ese convulso siglo XIV con guerras interminables en Europa y con la decadencia del islam", señaló Martínez Enamorado, que es profesor de Historia Medieval de la Universidad de Málaga.
"La exposición quiere darle importancia al intercambio comercial del siglo XIV cuando se crean redes importantísimas entre Oriente y Occidente. En el centro de ese mundo está el mar Mediterráneo, que se abre al Atlántico. Ya hay un intento de Castilla, Portugal e Inglaterra de abrirse al Atlántico que se confirmará en el siglo XV. Ibn Jaldún hace un periplo desde Occidente hasta Oriente deteniéndose en Castilla y en todos los estados musulmanes de África y Oriente Próximo. El siglo XIV es un gozne, una situación de tránsito hacia un mundo nuevo que se abre en el siglo XV", comentó Martínez Enamorado.
La muestra recala en algunos de los episodios fundamentales de ese siglo, como las luchas para la formación y consolidación de los reinos de la península Ibérica; la guerra de los Cien Años, que diezmó Europa; la peste negra; y las luchas continuas y los cambios de gobierno en el mundo árabe.
El recorrido de la exposición se estructura en los siguientes apartados:El siglo XIV: tiempos y espacios; La situación de los estados; Guerras y expansiones; Comerciantes y mercancías; Demografía y Apocalipsis; Geografía artística; Perfil histórico y aportaciones culturales de Ibn Jaldún (1332-1406); El camino hacia el Renacimiento, y Sevilla en el siglo XIV.
Hay varias piezas que sobresalen en la muestra. La llamada Carta Magrebina representa el primer portulano (colección de planos de puertos) árabe conocido. Escrita en letra magrebí, muestra los principales puertos y fondeaderos de las costas del Mediterráneo Occidental. El tesorillo de monedas de Pedro I da cuenta de los grandes recursos de este monarca, que acuñó dos tipos de dobla (moneda castellana) en oro. Otra pieza de valor sobresaliente es el casco con el nombre del sultán Ibn Qalawun. Se trata del único casco que llevaba el nombre de este sultán mameluco.
La silla prioral de Blanca de Aragón y Anjou muestra la belleza de sus pinturas al temple. El estandarte personal del sexto sultán meriní Abu l-Hasan'Ali es otra pieza a destacar. El estandarte fue tomado como botín por los castellanos en la batalla del Salado. Una estatua de un doctor procedente de Bolonia (Italia) atraviesa los siglos con su rostro reflexivo. Una espada cuya pertenencia se atribuye a Boabdil brilla también en el recinto.
La muestra, que ha sido coordinada por Jerónimo Páez, está organizada por la Consejería de la Presidencia y la Consejería de Cultura a través de la Fundación El Legado Andalusí. La exposición cuenta con el patrocinio de la Fundación El Monte y Telefónica, así como con la colaboración de diversas instituciones (Ayuntamiento, Ministerio de Asuntos Exteriores y Ministerio de Cultura, entre otras).
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La página web de la muestra es www.ibnjaldun.com.>>
http://digital.csic.es/handle/10261/25152

Leggere il mediterraneo tra passato e presente, tra oriente e occidente, esigenza tutta attuale

La casa e la cittá italiane  tradizionali sono più vicine all'Oriente di quanto possa sembrare, quello stesso oriente al quale noi ancora oggi diamo la caccia per poter sopravvivere come civiltà capitalista.
La fondazione delle nostre città risale molte volte a tempi remoti, contando più di duemila anni. Senza dubbio c'è da osservare l'importanza dell'urbanizzazione romana e dell'applicazione del sistema statale tributario a tutto il territorio della penisola. Cionostante, questo blog vuole aprire le porte all' Oriente Medio estendendosi alle frontiere del Mediterraneo per lo studio delle città non solo italiane, ma anche spagnole, francesi, africane, turche, greche. Alla ricerca di una storia che parla un linguaggio interculturale. Alla ricerca di rapporti sempre più vicini e complessi, forme similari, casi omologhi nelle tipologie edilizie, contatti commerciali e politici, giochi di potere che han fatto dell'Europa intera, con la nascita delle monarchie moderne, la comunità economica nella quale viviamo oggi. Ci si augura di ritrovare nei modelli antichi, medievali e moderni guide utili per uscire dalla crisi dei valori e della produzione che tanto avidamente divora le menti e gli sforzi attuali. Perchè  la storia insegna o dovrebbe insegnare e perchè la Bellezza del Paesaggio e il suo Recupero dovrebbero attrarre gli sforzi principali dei Governi di una comunità cosi culturalmente ricca come quella europea bagnata dal Mare Nostrum o Mare di Mezzo.
Mare circondato da terre che sin dall'epoca degli Egiziani furono in stretto contatto. Mare di comunione, scontri, guerre, incontri intellettuali.
Crocevia di mercanzie e usanze diverse e comuni, fu un punto di snodo per lo sviluppo della civiltà occidentale verso il Nuovo Mondo.
La tradizione dell'abitare e del costruire città e paesaggi fanno da cartina di tornasole per conoscere le varie civiltà che hanno permesso lo sviluppo di quella odierna. La casa, che sia rurale, o che sia la casa urbana antica, medievale o moderna, che si conservi archeologicamente o che si disegni nelle stampe del '500, è l'unità materiale che ci dice chi era l'uomo che abitava questi luoghi di origini tanto remote, e ne mantiene la "memoria".
La città è la macchina attorno alla quale essa funzionava, d'accordo con i prodotti della terra e della Natura.

Il vantaggio e l'interesse dello studio della città non solo dal punto di vista sociopolitico se non anche della cultura materiale che sta dietro il suo sviluppo architettonico, risiede nel fatto che fino a due secoli fa, e cioè dell'avvento della Rivoluzione Industriale, il mondo non conosceva altre tecniche che non fossero quelle legate alla tradizione, costituitasi nei secoli attraverso la prova e l'errore, la ripetizione e la copia di modelli comunemente accettati e tramandati per vie scritte e orali. In luoghi simili con risorse naturali comuni, troviamo profonde somiglianze tra le tecnologie utilizzate da società e civiltà diverse.

Rimandiamo ai link delle maggiori biblioteche di Roma per approfondire sui temi di ricerca trattati, e dei principali centri di ricerca che in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e Germania  studiano i contatti tra la cittá eterna, i maggiori stati europei e l'Oriente Medio
http://www.eehar.csic.es/
http://www.reteurbs.org/screens*ita/mainmenu2_ita.html
http://www.centroscavitorino.it/
http://www.isem.cnr.it/

http://www.eea.csic.es/