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I commerci nel mediterraneo dal medioevo all' età moderna

Le principali linee di ricerca in Andalusia stanno approfondendo la presenza di commercianti italiani, pisani e genovesi, nelle principali cittá della regione. Sappiamo di Granada, Cordoba e Siviglia, situazione che perduró durante il medioevo fino all'occupazione cristiana successiva alla resa della cittá ai Re Cattolici nel 1492. Nel corso del siglo de Oro sopratutto le famiglie nobili genovesi furono acquistando prestigio con la concessione di titoli nobiliari e di vassallaggio alle Corone di Castiglia e Aragona e in seguito al governo di Carlo V, Imperatore e dunque di Filippo II. Un esempio a Granada furono le famiglie dei Pallavicini, che acquistarono per diritto successorio il titolo dell'alcaldia del Generalife e il possesso della casa de los Tiros, e dei Beneroso, che avevano un palazzo nobiliare imponente nella Medina.
La ricercatrice spagnola Adela Fabregas ha mostrato l'alleanza stipulata dagli emiri arabi granadini e i commercianti italiani, confermando le teorie storiografiche enunciate in questi anni dal Docente in Storia dell'Arte Lopez de Coca (nota bibliografica: MALPICA CUELLO, A. GARCIA PORRAS,A.: Las ciudades nazaries, nuevas aportaciones desde la arqueología. Granada: Alhulia Ed.2011, pp. 64-65-66).Di fatto anche durante il XVI secolo, nonostante l'occupazione dei nuovi signori cristiani, la città di Granada fornisce l'esempio del mantenimento di interi quartieri detiti a operazioni commerciali come l'Alcaiceria (CAÑAVATE TORIBIO, J.:Granada, de la madina Nazarí a la ciudad cristiana. Granada: Eug, 2006 p.25).

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