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La casa mediterranea, dalla fine della preistoria alla modernità- analisi della tipologia della CASA CON PATIO attraverso le corti d'oriente e le poleis greche

Abitualmente si denomina casa corte un edificio nel quale quattro ali laterali o corsie si distribuiscono intorno ad un patio centrale. È realmente interessante vedere le numerose applicazioni di questa tipologia di base, dai monasteri (che sono, non si direbbe, di origine India sufista e copta, ebbene si si svilupparono tra Siria ed Egitto tra il V e il VI sec. d.C., abbiamo le fonti dei maggiori ricercatori della Escuela Tecnica di Architettura del politecnico di Madrid (appunti disponibili da settembre 2012) agli ospedali (si pensi ai tanti edifici degli ordini cavallereschi, come l'ospedale dei Cavalieri di Rodi a Malta, o gli stessi ospedali toscani della valle d'Altopascio, lungo la via franchigena di pellegrinaggio tra Roma e Canterbury, eretti ad opera dei Cavalieri del Tau, per arrivare al noto ospedale rinascimentale del Filarete, a Milano); tuttavia è nell'architettura domestica che il patio fece la sua più remota comparsa, per non essere mai del tutto sostituito da altre configurazioni spaziali fino all'etá moderna, sopratutto nelle dimore cittadine aristocratiche e nelle ville principesche, dove la "corte", chiusa o aperta come una "c" assunse un significato simbolico da quando nel rinascimento si riscoperse il De Architectura di Vitruvio, dove si raccomandava di costruire i palazzi nobili intorno a un patio con portici e gallerie sorretti da colonne in asse le une sulle altre secondo vari ordini in progressione, come fu di regola a partire dal Colosseo romano (toscano o dorico, ionico, corinzio). Il tema della casa non deve e non può prescindere dal rango sociale dunque, e l'aspetto della "corte" varia a seconda della ricchezza della famiglia che ne ha edificato le mura. La casa può giungere a possedere connotazioni di palazzo signorile, durante il Rinascimento, o addirittura di reggia di tipo imperiale, nel corso del consolidarsi delle grandi monarchie assolute.La riscoperta dell'antico mutuata dal '400 e dal '500, secoli di grandi espressioni artistiche dovute alla necessità dei vari sovrani di stabilire delle immagini statali "sovrane" per nobilitare il diritto dinastico della monarchia, è stata a volte forzatamente manualistica e di maniera, volendo calcare la mano sulle origini greco-latine dell'occidente, per ricordare un passato romano di grande splendore, contro l'avanzata del turco ottomano, figlio degli antichi imperi d'oriente, la cui memoria tanto spaventava i papi.
A parte le ragioni ideologiche, presenti dell'architettura "del potere" e fatta per il potere, sembra che il tipo della casa con un patio aperto al centro sia stato, sin dall'antichità greco romana, molto ricorrente presso le popolazioni del bacino del Mediterraneo. In Spagna conosciamo gli scavi archeologici relativi a una casa del periodo pre-romano del popolo iberico Vettone. Gli ambienti si articolavano in modo circolare, dentro uno schema quadrangolare, attorno a un salone centrale, dove probabilmente si poneva il focolare per scaldare l'ambiente, sotto lo spazio più alto del tetto a due falde in legno, a forma di capanna. Sulle origini della tettonica occidentale, Gottfried Semper annovera vari esempi del mondo germanico, pero a parte l'importanza del focolare al centro della casa, quasi mai si parla di un ambiente perfettamente quadrato con una distribuzine articolata di varie stanze plurispecializzate intorno ad esso.
Sembra quindi di trovarci di fronte ad una tipologia tipicamente mediterranea, e non germanica dunque, e caratteristicamente autoctona, quasi fosse congeniale il suo utilizzo, visto il medio ambientale, le risorse e il clima. Spesso la casa si fondava sulla roccia, lasciando le latrine vicine a canali di evacuazione verso le vie dell'abitato, I nuclei insediativi si sono sempre dislocati dai punti tipograficamente più elevati, detti crinali, verso i fianchi delle colline e i letti dei fiumi. In epoca romana si sono costruite infrastrutture urbane sempre più efficaci, per la conduzione dell'acqua e l'irrigazione dei campi, la comunicazione viaria e commerciale, fatto che ha permesso un notevole sviluppo, ma anche il diffondersi della tipologia con patio e colonnato, che i romani assunsero dai greci.
La casa romana però fu anche a schiera o a blocco, formando le insulae dei cittadini meno abbienti. Gli uomini di spicco avevano un vestibolo coperto o scoperto, detto atrio, spazio necessario per la salutatio, rito socialmente diffuso nella Roma repubblicana, che si è andato perdendo durante l'Impero, fatto che ha portato sopratutto nelle colonie, come l'Africa o la Betica (attuale Andalusia) alla scomparsa dell'atrio cosi come è visibile per esempio a Pompei. Il mondo tardoantico, che vide protagonisti l'Islam nell'Oriente Medio, Bisanzio, i Longobardi e i Visigoti in Occidente, assimilò i caratteri della urbe e delle case signorili e rurali di Roma, riadattandoli però ai propri costumi. In Spagna durante la dominazione bizantina e visigota, come notiamo da alcuni scavi eseguiti nelle colonie presso la Nuova Cartagine (Almeria) e la costa sud- orientale spagnola, si evince come le singole unità abitative, quasi capanne visigote "indipendenti", si costruiscono lasciando al centro uno spazio aperto, che serve da cortile per la rimessa del bestiame.

Corte, viene dal latino cohorte, "spazio che comprende l'orto", "recinto"), e denomina un elemento dove nel patio si affacciano le porte e le finestre di molte abitazioni, col voluto risultato di farne uno spazio di vita comune, una sorta di popolare salotto dove, nei tempi andati, molte famiglie vivevano gran parte della giornata chiacchierando, ricamando e aiutandosi nelle faccende domestiche.Le piu povere avevano anche la stalla a cielo aperto (recinto di legno) con le proprie pecore. Questo ancora in Sicilia si vedeva fino a pochi anni fa.. e le pecore andavano in giro per i vicoletti della cittá assieme alle persone.
Forse è questa la vera casa corte mediterranea, e non la casa copiata dalla manualistica sulla domus romana di stampo vitruviano nel corso dei secoli; la casa dei contadini, che si diffuse attraverso l'Islam per gran parte d'Europa e dell'Italia del sud, ripresa da una Roma ormai sommersa. L'Islam fu una potenza socio culturale che in pochi anni si estese in tre continenti: Asia, Europa e Africa del Nord, unificando retaggi culturali dei mondi romano e greco-ellenistico. Ma andando indietro ancor di più nel tempo, essi riadottarono forme palatine dell'Oriente medio e asiatico, dove schemi regolari con "pergolato" laterale o loggia aperta al paesaggio (come vediamo nelle case rurali della campania studiate da Roberto Pane, ma anche, seppur in forme diverse, nei palazzi di Oviedo, che dalla storiografia oggi si riconoscono come memori delle antichità del regno Persiano, ma anche in residenze rinascimentali come Villa Lante sul monte Gianicolo a Roma) oppure un patio ombreggiato da portici con alte colonne, si utilizzavano già nelle antiche città della mitica Babilonia. Sumeri, Assiri e Babilonesi, che anticiparono Greci, Romani, Etruschi, Egiziani: conobbero questa tipologia con tutta probabilità. Non conosciamo resti di architetture domestiche per la loro scarsa rilevanza archeologica, visto che l'egittologia e l'assirologia si sono sempre basate sulla predilezione dei monumenti, dei templi e delle mura. Ciononostante, nei loro palazzi con schema quadrato o rettangolare intorno a un patio con colonnato, ipotizziamo che la corte famigliare già fosse diffusa tra le popolazioni di diverse classi sociali.
Con il costituirsi del Regno di Al Andalus gravitante intorno ai califfati dapprima di Damasco e quindi di Bagdad, fu chissá l'influenza mesopotamica e del  califfato fatimida nel Cairo a esercitare un cambiamento della tipologia della casa tradizionale a corte ommayade ( Madīnat al-Zahrāʾ) verso i patii rettangolari con due soli portici specchiati, quasi a riecheggiare l'antica India, introducendo un tipo di architettura nobile e palazziale prettamente islamica e quindi in parte diversa da ciò che si conosceva nell'oriente mediterraneo; sopratutto l'apparato decorativo  crea una certa distanza tra le localitá moresche della Spagna e il vernacolare per esempio del meridione d'Italia. Questi patii si ritrovano curiosamente in Al Andalus, come per esempio nella casa di hernando de Zafra, segretario dei Re Cattolici, costruita nel barrio Axaris del Albayzín.
link utili:
http://www.todocoleccion.net/granada-interior-una-casa-arabe-albaicin-union-postal-universal~x14881178http://www.todocoleccion.net/granada-interior-una-casa-arabe-albaicin-union-postal-
http://books.google.it/books/about/La_casa_araba_d_Egitto.html?hl=it&id=DI8WLbdopJUC&redir_esc=y
Casa di Hernando de Zafra.

Siamo quindi di fronte nell'Occidente islamico ad un'arte bassomedievale molto caratteristica, che accomuna  tecnologie e apparati decorativi specifici di un mondo arabo maturo. Quando invece l'Islam inizió ad espandersi operava attraverso un'adattamento culturale alle preesistenze che offrivano i territori conquistati.
Ad ogni modo le caratteristiche balandillas delle gallerie superiori con strutture a telaio in legno e mensole decorate secondo la tradizione moresca, presenti in queste case andaluse, sopratutto a Granada e a Toledo, sembrano derivare dalla tradizione gotico-moresca ereditata dai visigoti, assorbita dai regni della Taifa e quindi dai nuovi territori cristiani. In questo senso la casa assume in Andalusia caratteri di grande specificitá localistica, dato che nel Magreb non abbiamo rilevato casi analoghi nelle gallerie e nei portici per quanto riguarda le strutture lignee.

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